La mostra confini/meja vuole essere una testimonianza di quello che ha significato per i cittadini di Gorizia e Nova Gorica la caduta del confine, quel confine che eretto nel 1947 per oltre 50 anni aveva condizionato pesantemente la vita di chi ci viveva accanto, fino ad averlo letteramente in casa. Ma vuole essere anche una memoria per chi quella situazione non l’ha vissuta.

Tutti i confini separano paesi con cultura, lingua, tradizioni, origini diverse, ma questo tra Italia e Slovenia era un confine quasi tra “due mondi”. Da una parte il mondo occidentale, dall’altro il blocco sovietico. La valenza simbolica della scomparsa di questo confine è enorme. 

L’occhio privilegiato del fotoreporter, sempre presente in prima linea, può dare un’idea di quello che ha significato prima l’avere in casa un confine così incombente e poi quello che ne ha significato la caduta. Si poteva finalmente passare da una parte all’altra senza esibire i documenti ai poliziotti e senza dichiarare ai finanzieri cosa si portava, cosa conteneva il bagagliaio della macchina, con frequenti e spesso accurati controlli.

Ora i rapporti tra le due città sono molto virtuosi fino al raggiungimento dello straordinario risultato della nomina di Nova Gorica e Gorizia come capitale europea della Cultura per il 2025. La stretta collaborazione tra le due comunità ha fatto conseguire un risultato che solo pochi anni fa sarebbe stata un’autentica utopia.

Nel 2014 in occasione del 10° anniversario degli eventi in Piazza Europa Leo Caharija e Pierluigi Bumbaca hanno realizzato insieme sulla stessa piazza la mostra ambientale delle foto scattate durante l’ingresso sloveno nell’Unione Europea. 

 La mostra fotografica confini/meja per Fiera della Musica 22 è promossa dalla Città di Azzano Decimo, con il contributo della regione Friuli Venezia Giulia, Turismo FVG, Io sono Friuli Venezia Giulia, il sostegno di Fondazione Friuli, in collaborazione con SLOU Società Cooperativa e Livenza Tagliamento Acque